Buonasera Assessore, i tantissimi torinesi che hanno partecipato in Città sin dal primo dicembre scorso alle tante iniziative del Natale coi
Fiocchi, hanno imparato sempre più a conoscerla incontrandola spesso e quotidianamente
per strade e piazze agli eventi della Città per grandi e piccini, dalle
fiabe al circo, dai cori di montagna agli incontri spirituali, dai concerti alla
patinoire...
Lei ha fatto suo il significato più profondo del suo ruolo,
il cui termine
deriva dal latino assessor,
"colui che siede accanto",
da assidere, stare "accanto" ai cittadini. Ne è conferma il
riscontro che ci è arrivato al blog magazine Natale a Torino con le
tante email di cittadini entusiasti
di una Torino che si è aperta e che ha dato voce e spazio alle
sue diverse anime e trame, con iniziative molto differenti che
rispecchiano e rispondono ai diversi sentire delle persone. Grazie
da parte di noi tutti per una visione culturale ampia che si
apre sempre più verso nuove stimolanti iniziative.
°
D. Siamo arrivati alla fine della seconda
edizione di Torino Natale coi Fiocchi. Che bilancio trae delle tante attività
che ha visto davvero una Torino protagonista del Natale in un programma molto
vario, dalle statue di ghiaccio alla scalata della Mole, dalle luci d'Artista
al circo volante...
R. Si è conclusa oggi questa
emozionante e coinvolgente atmosfera che ha avvolto la nostra città nella
magica atmosfera natalizia
dal 1 dicembre al 13 gennaio.
Il bilancio mi pare
assolutamente positivo e le molte attività che hanno caratterizzato questo
periodo hanno registrato sempre una grande partecipazione di pubblico, di un
pubblico attento, partecipe e caldo come ormai da anni succede a
Torino. La gioia più grande che conserverò è lo sguardo stupito, ammirato, dei tanti bambini spesso sulle spalle dei padri, all'apertura della finestrella
dell'avvento, alle evoluzione aeree e piene di fascino del Cirko Vertigo, alle
belle e originali fiabe che per tutto il periodo sono
state proposte in Piazza
Valdo Fusi, insieme con gli sguardi degli adulti spesso, trasformati, che
riacquistano la vivacità di quando si era bambini.
È successo anche negli
incontri, sempre esauriti, del teatro alla radio, nei concerti nelle
chiese, agli appuntamenti gospel ed ai cori di montagna.
Insomma una bella esperienza
che ci ha consentito anche di dedicare una serata d'onore alla nostra Mole
Antonelliana divenuta il simbolo di una città pronta a giocarsi un ruolo importante
nell'Italia e nei rapporti internazionali.
Ma non vorrei trascurare
anche quelle altre due belle pagine del libro del Natale: quella dedicata
all'arte caratterizzata da belle mostre, quella splendida dedicata a Degas e
che si protrae fino al 27 gennaio alla Promotrice delle Belle Arti, e poi
Robert Wilson a Palazzo Madama, gli Specchi Cinesi al Mao, Scarpitta alla
Galleria di Arte Moderna, la bella opera di Pisanello e ancora la pagina dedicata alla
Spiritualità con importanti appuntamenti di riflessione e ricerca offerti dalle
singole comunità. E' stato così possibile vedere un rito islamico con un gruppo
musicale, vocale e di danza dervisci, e ancora incontrare la tradizione ebraica,
quella buddista così come la Chiesa evangelica valdese o quella ortodossa.
Insomma un Natale che non ha solo offerto belle occasioni di svago, di musica e
spettacolo ma che è stato anche un periodo del Natale di grande ricerca ed approfondimento.
D. Quale il sentiment e le sue valutazioni a
caldo di una Torino che ha visto tutte le manifestazioni del Natale prese
d'assalto negli ultimi giorni di dicembre sino all’Epifania da migliaia di
persone e che pare essere diventata meta del Turismo anche come
"Torino Città del Natale" e non solo la Torino conosciuta come Città
Barocca, della Storia, dei Grandi palazzi e dei Musei ...
R. Vorrei per questo ringraziare
proprio i torinesi ed i tanti ospiti della nostra Città per la capacità di
coinvolgimento e per l'orgoglio, che manifestano in ogni occasione, di far parte
di una comunità viva.
Personalmente esco molto
rinfrancato da questa ennesima sfida perché vedere le nostre strade, le piazze,
i teatri, i musei pieni di tanta gente che ha voglia e sete di partecipare ad
eventi culturali, rappresenta per chi è impegnato nel ruolo di Assessore, direi un bel "goal".
Registrare una sempre
maggiore presenza di turisti italiani e stranieri nella nostra Città è motivo
di speranza anche per il futuro, per un paese come il nostro che ha, nella
valorizzazione culturale e nel turismo, il suo vero pozzo petrolifero mai
sufficientemente valutato.
Nel 2011 abbiamo inaugurato
questo appuntamento "Torino Natale coi Fiocchi", era stato un bel
debutto ed oggi, dopo questa seconda edizione 2012, credo si possa ritenere che
questa manifestazione abbia messo radici profonde per poter divenire un
appuntamento importante per la nostra Città.
Dunque sin d'ora diamo un
appuntamento a tutti per il prossimo anno e per la nuova edizione alla quale
abbiamo già iniziato a lavorare...
D. Sono stati tutti eventi in luoghi cardine
della Città che sembrano aver creato di concerto anche con le iniziative
che avete animato sul web pensiamo agli Orsetti in Piazza, al Calendario dell'Avvento,
alle Fiabe animate, ai balli della Befana..., si è colto un forte “sentiment”
di unione e partecipazione
in un momento storico in cui le persone paiono
essere chiuse
in se stesse e molto individualiste.
La Cultura attraverso le tante iniziative come
questo Natale quindi non solo come veicolo turistico ma come strumento di
coesione?
R.Torino è una città complessa
ed articolata, piena di elementi di contraddizione, diversa a seconda dei punti
di riferimento da cui la guardi.
Creare momenti di coesione
sociale credo favorisca il sentirsi parte della città piuttosto che il solo
coesistere.
Questo tempo vede una
profonda crisi di identità che si manifesta nella poca capacità di essere coesi
e che si esprime in una dilagante dimensione individualistica e
personale. Credo che la cultura giochi un ruolo ed una funzione sociale
particolarmente importante. Partecipare rende l'individuo parte attiva di
una relazione, tanto è vero che chi partecipa è diverso. Partecipare è agire
come se la presenza individuale contasse ed assumesse valore.
il massimo lo si ottiene
quando se partecipi ad un incontro culturale il tuo vedere o ascoltare
suscitano una reazione che sai far parte dell'evento.
Spesso questa contaminazione
relazionale che molti definiscono come cultura partecipativa, persiste anche a
valle del momento spettacolare e diviene dialogo, approfondimento e
crescita. Io non ho in mente una città che "consuma" eventi, è
pur vero che alle persone piace avere tante diverse occasioni per "uscire
di casa" ma sono convinto che piace altresì e forse di più partecipare in
maniera attiva e condividere.
D. Quindi come si pone nel creare un nuovo
progetto?
R. Cerco fin dall'ideazione di
una nuova iniziativa di non badare solo alla fornitura di
buone e qualificate occasioni culturali ma ricerco sempre una modalità, un
luogo, una identità nella quale le persone possano ricavare
uno spazio nuovo di partecipazione.
Quando questa sorta di
alchimia riesce ho l'impressione di aver dato un contributo alla migliore
coesione sociale, alla crescita individuale e collettiva. Vedere o cogliere la
sensazione che i cittadini scoprano l'orgoglio di
vivere in una città
attrattiva che offre una immagine di se positivaè un elemento di grande
soddisfazione.
D. Quest'anno Torino sarà protagonista di tante
iniziative legate alla cultura francese. Come Lei stesso ci ha illustrato il
programma di Torino incontra la Francia è molto ricco e spazia attraverso molte
contaminazioni di generi culturali diversi. Il 2014 ci vedrà gemellati con
Istanbul e il 2015 con Berlino. Bella anche questa sensazione di "internazionalità"...
R. Grazie, in un'epoca così
complessa se ci tolgono l'entusiasmo e la concreta appartenenza ad un contesto
positivo ci restano solo la crisi e le sempre maggiori difficoltà del quotidiano... "Torino
incontra la Francia" è la prima edizione di questo nuovo format con
un approccio di respiro internazionale e questo vorrei
infondesse nei torinesi un senso di apertura volto a farci sentire di avere un
ruolo nel mondo. Ideare "Natale a Torino" è riportare a galla
un'identità sopita di Città che è meta ambita di un turista... Immaginare la
nascita di un Festival Jazz di Torino, insieme al Torino Film Festival a MiTo
Settembre Musica a Torino Spiritualità, al Salone del Gusto, a Terra Madre...
ad Artissima, a Cioccolatò ecc. vuol dire"noi ci siamo", "siamo
vivi e attivi", ce la possiamo e ce la dobbiamo fare. La
Cultura sono certo che possa contribuire a mantenere l'energia vitale che solo
una comunità partecipativa può offrire.
Grazie Assessore per le belle iniziative e
per il tempo che ci ha dedicato, buon anno dalla
redazione di Natale a Torino
e buon lavoro.