domenica 13 gennaio 2013

Natale coi Fiocchi al photofinish. Concludendo...



Buonasera Assessore, i tantissimi torinesi che hanno partecipato in Città sin dal primo dicembre scorso alle tante iniziative del Natale coi Fiocchi, hanno imparato sempre più a conoscerla incontrandola spesso e quotidianamente per strade e piazze agli eventi della Città per grandi e piccini,  dalle fiabe al circo, dai cori di montagna agli incontri spirituali, dai concerti alla patinoire... 
Lei ha fatto suo il significato più profondo del suo ruolo, il cui termine 
deriva dal latino assessor, "colui che siede accanto", da assidere, stare "accanto" ai cittadini. Ne è conferma il riscontro che ci è arrivato al blog magazine Natale a Torino con le tante email di cittadini entusiasti
di una Torino che si è aperta e che ha dato voce e spazio alle sue diverse anime e trame, con iniziative molto differenti che rispecchiano e rispondono ai diversi sentire delle persone. Grazie da parte di noi tutti per una visione culturale ampia che si apre sempre più verso nuove stimolanti iniziative.

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D. Siamo arrivati alla fine della seconda edizione di Torino Natale coi Fiocchi. Che bilancio trae delle tante attività che ha visto davvero una Torino protagonista del Natale in un programma molto vario, dalle statue di ghiaccio alla scalata della Mole, dalle luci d'Artista al circo volante...

R. Si è conclusa oggi questa emozionante e coinvolgente atmosfera che ha avvolto la nostra città nella magica atmosfera natalizia 
dal 1 dicembre al 13 gennaio.
Il bilancio mi pare assolutamente positivo e le molte attività che hanno caratterizzato questo periodo hanno registrato sempre una grande partecipazione di pubblico, di un pubblico attento, partecipe e caldo come ormai da anni succede a Torino. La gioia più grande che conserverò è lo sguardo stupito, ammirato, dei tanti bambini spesso sulle spalle dei padri, all'apertura della finestrella dell'avvento, alle evoluzione aeree e piene di fascino del Cirko Vertigo, alle belle e originali fiabe che per tutto il periodo sono
state proposte in Piazza Valdo Fusi, insieme con gli sguardi degli adulti spesso, trasformati, che riacquistano la vivacità di quando si era bambini.

È successo anche negli incontri, sempre esauriti, del teatro alla radio, nei concerti nelle chiese, agli appuntamenti gospel ed ai cori di montagna.
Insomma una bella esperienza che ci ha consentito anche di dedicare una serata d'onore alla nostra Mole Antonelliana divenuta il simbolo di una città pronta a giocarsi un ruolo importante nell'Italia e nei rapporti internazionali.
Ma non vorrei trascurare anche quelle altre due belle pagine del libro del Natale: quella dedicata all'arte caratterizzata da belle mostre, quella splendida dedicata a Degas e che si protrae fino al 27 gennaio alla Promotrice delle Belle Arti, e poi Robert Wilson a Palazzo Madama, gli Specchi Cinesi al Mao, Scarpitta alla Galleria di Arte Moderna, la bella opera di Pisanello e ancora la pagina dedicata alla Spiritualità con importanti appuntamenti di riflessione e ricerca offerti dalle singole comunità. E' stato così possibile vedere un rito islamico con un gruppo musicale, vocale e di danza dervisci, e ancora incontrare la tradizione ebraica, quella buddista così come la Chiesa evangelica valdese o quella ortodossa. Insomma un Natale che non ha solo offerto belle occasioni di svago, di musica e spettacolo ma che è stato anche un periodo del Natale di grande ricerca ed approfondimento.

D. Quale il sentiment e le sue valutazioni a caldo di una Torino che ha visto tutte le manifestazioni del Natale prese d'assalto negli ultimi giorni di dicembre sino all’Epifania da migliaia di persone e che pare essere diventata meta del Turismo anche come "Torino Città del Natale" e non solo la Torino conosciuta come Città Barocca, della Storia, dei Grandi palazzi e dei Musei ...

R. Vorrei per questo ringraziare proprio i torinesi ed i tanti ospiti della nostra Città per la capacità di coinvolgimento e per l'orgoglio, che manifestano in ogni occasione, di far parte di una comunità viva.
Personalmente esco molto rinfrancato da questa ennesima sfida perché vedere le nostre strade, le piazze, i teatri, i musei pieni di tanta gente che ha voglia e sete di partecipare ad eventi culturali, rappresenta per chi è impegnato nel ruolo di Assessore, direi un bel "goal".
Registrare una sempre maggiore presenza di turisti italiani e stranieri nella nostra Città è motivo di speranza anche per il futuro, per un paese come il nostro che ha, nella valorizzazione culturale e nel turismo, il suo vero pozzo petrolifero mai sufficientemente valutato.
Nel 2011 abbiamo inaugurato questo appuntamento "Torino Natale coi Fiocchi", era stato un bel debutto ed oggi, dopo questa seconda edizione 2012, credo si possa ritenere che questa manifestazione abbia  messo radici profonde per poter divenire un appuntamento importante per la nostra Città.
Dunque sin d'ora diamo un appuntamento a tutti per il prossimo anno e per la nuova edizione alla quale abbiamo già iniziato a lavorare...

D. Sono stati tutti eventi in luoghi cardine della Città che sembrano aver creato di concerto anche con le iniziative che avete animato sul web pensiamo agli Orsetti in Piazza, al Calendario dell'Avvento, alle Fiabe animate, ai balli della Befana..., si è colto un forte “sentiment” di unione e partecipazione 
in un momento storico in cui le persone paiono essere chiuse 
in se stesse e molto individualiste.
La Cultura attraverso le tante iniziative come questo Natale quindi non solo come veicolo turistico ma come strumento di coesione?

R.Torino è una città complessa ed articolata, piena di elementi di contraddizione, diversa a seconda dei punti di riferimento da cui la guardi.
Creare momenti di coesione sociale credo favorisca il sentirsi parte della città piuttosto che il solo coesistere.
Questo tempo vede una profonda crisi di identità che si manifesta nella poca capacità di essere coesi e che si esprime in una dilagante dimensione individualistica e personale. Credo che la cultura giochi un ruolo ed una funzione sociale particolarmente importante. Partecipare rende l'individuo parte attiva di una relazione, tanto è vero che chi partecipa è diverso. Partecipare è agire come se la presenza individuale contasse ed assumesse valore.
il massimo lo si ottiene quando se partecipi ad un incontro culturale il tuo vedere o ascoltare suscitano una reazione che sai far parte dell'evento.
Spesso questa contaminazione relazionale che molti definiscono come cultura partecipativa, persiste anche a valle del momento spettacolare e diviene dialogo, approfondimento e crescita. Io non ho in mente una città che "consuma" eventi, è pur vero che alle persone piace avere tante diverse occasioni per "uscire di casa" ma sono convinto che piace altresì e forse di più partecipare in maniera attiva e condividere.

D. Quindi come si pone nel creare un nuovo progetto?

R. Cerco fin dall'ideazione di una nuova iniziativa di non badare solo alla fornitura di buone e qualificate occasioni culturali ma ricerco sempre una modalità, un luogo, una identità nella quale le persone possano ricavare uno spazio nuovo di partecipazione.
Quando questa sorta di alchimia riesce ho l'impressione di aver dato un contributo alla migliore coesione sociale, alla crescita individuale e collettiva. Vedere o cogliere la sensazione che i cittadini scoprano l'orgoglio di
vivere in una città attrattiva che offre una immagine di se positivaè un elemento di grande soddisfazione.

D. Quest'anno Torino sarà protagonista di tante iniziative legate alla cultura francese. Come Lei stesso ci ha illustrato il programma di Torino incontra la Francia è molto ricco e spazia attraverso molte contaminazioni di generi culturali diversi. Il 2014 ci vedrà gemellati con Istanbul e il 2015 con Berlino. Bella anche questa sensazione di "internazionalità"...

R. Grazie, in un'epoca così complessa se ci tolgono l'entusiasmo e la concreta appartenenza ad un contesto positivo ci restano solo la crisi e le sempre maggiori difficoltà del quotidiano... "Torino incontra la Francia" è la prima edizione di questo nuovo format con un approccio di respiro internazionale e questo vorrei infondesse nei torinesi un senso di apertura volto a farci sentire di avere un ruolo nel mondo. Ideare "Natale a Torino" è riportare a galla un'identità sopita di Città che è meta ambita di un turista... Immaginare la nascita di un Festival Jazz di Torino, insieme al Torino Film Festival a MiTo Settembre Musica a Torino Spiritualità, al Salone del Gusto, a Terra Madre... ad Artissima, a Cioccolatò ecc. vuol dire"noi ci siamo", "siamo vivi e attivi", ce la possiamo e ce la dobbiamo fare. La Cultura sono certo che possa contribuire a mantenere l'energia vitale che solo una comunità partecipativa può offrire.

Grazie Assessore per le belle iniziative e per il tempo che ci ha dedicato, buon anno dalla redazione di Natale a Torino
e buon lavoro.

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